ALL'EREMO DI SANT'ALBERTO DI BUTRIO LE CELEBRAZIONI DI FRATE AVE MARIA, UNA LUCE NELLE TENEBRE
Frate Ave Maria, a 60 anni dalla scomparsa, continua il suo fenomeno. Un uomo speciale che ha lasciato un segno, non solo nei migliaia di fedeli che ancora oggi accorrono all'Eremo di Sant'Alberto di Butrio per rendergli un saluto o chiedere una grazia, ma anche nei volti dei tanti volontari e amici che circondano le mura di un Eremo affascinante e ricco di mistero.
Proprio a Sant'Alberto di Butrio il 20 Gennaio si è celebrato l'anniversario della morte di Frate Ave Maria, l'eremita cieco della Divina Provvidenza. 61 anni per l'esattezza dalla scomparsa e 126 dalla nascita.
Frate Ave Maria non aveva occhi, ma vedeva molto bene e sapeva ascoltare il prossimo. "Una luce nelle tenebre" si potrebbe definire come il libro a lui dedicato di Arcangelo Campagna. Ma non solo, le sue frasi così semplici sono entrate nell'immaginario collettivo e sono ancora oggi lo specchio di un animo buono, umile, fragile e protettivo.
È così che ci si sente quando si parla di questa figura dall'apparenza forse burbera ma dotato di un potere rassicurante unico.
Nell'Eremo, dove viveva isolato, aveva sviluppato uno stretto contatto con Dio, nella preghiera, e con la gente d'ogni tipo sempre nella preghiera, e con qualche parola per qualcuno. Era considerato un vinto dalla vita ed un "cieco felice". Oggi è venerato come un Santo tanto che Giovanni Paolo II, nel 1997, ha promulgato il Decreto di riconoscimento delle virtù eroiche di Frate Ave Maria, l'eremita cieco della Piccola Opera della Divina Provvidenza fondata dal beato Don Luigi Orione.
Tanti fatti, storie e aneddoti, nato nel 1900 e scomparso nel 1964, di lui sappiamo tutto e niente. Sicuramente una recente testimonianza ha dato voce ad un incontro leggendario: quello tra Frate Ave Maria e Pier Paolo Pasolini. Il grande regista e saggista nel vederlo, si narra, rimase estasiato dal suo sapere e dalla sua umiltà. Erano gli anni delle riprese de "Il vangelo secondo Matteo". La loro "chiacchierata" fu interminabile e quando Pasolini scoprì della sua dipartita, rimase molto amareggiato.
Oggi è Don Ivan Concolato, Direttore dell'Eremo, il "diffusore" della sua storia leggendaria, coadiuvato dal gruppo di donne, amici e volontari che gestiscono l'Eremo, celebrando il suo annuale anniversario in grande stile.
"É stato un bellissimo momento di ricordo della figura di Frate Ave Maria e di Sant'Antonio Abate di cui una delle tre chiese dell'Eremo è patrono. È una giornata che si fa da anni e che ogni volta richiama in questo luogo spirituale e culturale persone di tutto l'Oltrepò e oltre." Ha dichiarato Don Ivan che ha proseguito "Quest'anno abbiamo avuto la gradita sorpresa di avere fra noi anche Don Flavio Peloso che è stato Padre generale degli Orionini e attualmente Direttore della Casa della Divina Provvidenza dell'Opera Don Orione a Tortona. Peloso ha celebrato la messa delle dieci e poi in una conferenza ci ha deliziato con le sue parole parlando della figura di Frate Maria ed entusiasmando i cuori dei presenti che erano numerosi nel salone della parrocchia.
Vi sono poi i nostri collaboratori, ma io direi i nostri veri i benefattori i quali hanno preparato gli stand dove si offriva vino brulè e altre cibarie. In primis vorrei ringraziare l'Albergo ristorante Selvatico e le cantine Montelio con Il mondo di Tels e The Auramala Project , per il continuo ricercare ulteriori notizie storiche culturali."
Patrocinato dal Comune di Ponte Nizza, che da sempre sostiene con il patrocinio tutte le iniziative legate all'Eremo con l'associazione culturale gli "Amici di Poggio Ferrato" e il caseificio Cavanna, anche quest'anno le celebrazioni di Frate Ave Maria si sono dimostrate un grande momento culturale e di fede destinato a resistere nel tempo.
Alessandro Paola Schiavi