''CONFESSIONS ON A DANCE FLOOR'', CON MADONNA NESSUNO E' PECCATORE

16.08.2024

Fa un certo effetto scoprire che  Madonna compia 66 anni. Non perché l'età abbia un peso, anche se nella scena musicale internazionale sicuramente il fatto anagrafico influisce. Lo sanno bene grandi star del pop nate con Madonna negli anni '80 dove tutto era possibile ed oggi completamente sparite.

Amata, odiata, certamente invidiata, a Madonna in pochi perdonano di esser ancora sulla cresta dell'onda. Certo, molti prima di lei per entrare nella leggenda son dovuti passare a miglior vita, vedi Michael, Prince, Bowie, Whitney... perché è indiscutibile il fatto che in vita la loro carriera fosse finita ed il loro personaggio massacrato dai media e dal pubblico. Madonna invece è ancora viva e lo ha dimostrato pochi mesi a quasi 2 milioni di persone accorse da tutto il mondo sino a Rio solo per lei.

Per uno della mia generazione, che non ha vissuto la Madonna dagli esordi, non è stato difficile capirne il mito. Cercherò di essere breve.

2005, prima media, indirizzo musicale. Esce ''Hung Up'' alle radio ed io, quasi 12 enne, rimanevo letteralmente rapito dal videoclip che veniva trasmesso su MTV ogni secondo. Mia madre, da buona ragazza cresciuta negli anni '80, probabilmente mi aveva trasmesso l'amore per Madonna inconsapevolmente dato che ormai la musica non era più la sua priorità. Difatti, solo io in casa seguivo con ammirazione quella donna stupenda con l'iconico body viola ballare senza fermarsi un secondo. Capivo poco di musica e ancor meno capivo il significato dei testi ma solo anni dopo avrei appreso che quelle sonorità dance alternavano la spensieratezza delle piste da ballo con riflessioni religiose ''Isaac'', percorsi di una vita sotto i riflettori ''Let it Be'', e ancora conflitti mondiali attraverso l'amore cantato in forma versatile, ''Forbidden Love''. 

''Sorry'' ad oggi rimane in cima fra i miei singoli preferiti con annesso videoclip, capace di stregarmi con quel intro multilingue: '''Sono spiacente''. Con l'uscita di quella canzone, chiesi a mio padre di comprarmi il disco. Era il 2006. Credo di averlo letteralmente consumato, i graffi e la custudia ammaccata lo dimostrano ma, ancora lo conservo come una reliquia. Ascoltarlo in cuffia con il personale compact-disc era ogni volta un viaggio, un'ora con canzoni una consecutiva all'altra che riuscivano a farmi venire la pelle d'oca e soprattutto a farmi sognare. Perché Madonna era ed è capace di questo e altro e ancora oggi ascoltare pezzi come ''Push'' o ''Like Or Not'' è una specie di droga dalla quale è difficile staccarsi.

In casa coinvolsi tutti ma in realtà tutto il mondo era impazzito per lei. Ricordo i miei compagni a scuola, la tv, i giornali e ancora l'uscita di un tour che probabilmente non avrei capito ma che sarebbe stato un sogno poter vedere dal vivo. Recuperai anni dopo. 

Parlano i numeri da capogiro, milioni di dischi venduti, un Grammy Awards, il Guinness World Record per essere numero 1 in oltre 40 paesi.

Madonna in quel periodo non si rese conto (o forse si) di averci fatto confessare tutti con quel disco e non solo sulla pista da ballo con l'immancabile sfera centrale da discoteca fra lustrini e paillettes, ricordandoci di Donna Summer i Bee Gess e gli ABBA.

Quell'era fu la rivoluzione della mia vita, anche se lo capisco sempre di più solo oggi. Le cose belle per essere immortali e leggendarie devono subire questi percorsi. Nessun astista oggi potrà catturare così una generazione molto probabilmente. Ma, se qualcuno volesse, le confessioni di Madonna sono sempre aperte. Un consiglio per questo compleanno di Madonna, mettete le cuffie, chiudete gli occhi ed ascoltate ''Confessions On A Dance Floor''.

Con Madonna, nessuno è peccatore.

Have you confessed? 

Alessandro Paola Schiavi