IL VOLTO DI SOPHIA, UNA LEZIONE DI VITA

21.03.2024

Ogni tanto la TV ci regala dei capolavori del nostro cinema, quando il cinema italiano era veramente mondiale e non propaganda di turno. Ne ''I Girasoli'' c'è molto di più di un opera d'arte cinematografica. Potrei sembrare di parte dato il mio amore viscerale per Sophia Loren ma, in questo capolavoro, passano tante lezioni ed una grande ed unica lezione di vita che si sposano a perfezione con la messa in onda televisiva in concomitanza con la giornata mondiale della poesia.

La lezione è nel volto della protagonista e cioè che nella vita dobbiamo avere la forza di seguire sempre il nostro istinto, di combattere e seguire i nostri sogni rispettando i sentimenti anche se questi ci tormentano e portano ad una delusione. Non vi è mai delusione nell'aver inseguito ciò che ci fa star bene, piuttosto si cresce e si assume consapevolezza. In questo capolavoro Vittorio De Sica dirige una magistrale, come sempre affiatata, coppia Sofia Loren e Marcello Mastroianni.

Innamorati, fanno di ogni per scappare dai doveri della guerra ma Antonio (Mastroianni) finirà comunque per partire in Russia senza più fare ritorno a casa. Giovanna (Loren) non può credere di aver perso il marito per sempre, nonostante i racconti dei superstiti lascino ben poche speranze.

-"Signora lei perde solo tempo"

-"È vivo, io me lo sento. Lo troverò."

E così parte per la #Russia senza parlare tedesco, solo con una foto. I campi enormi di girasoli, così belli ma così terribili nel nascondere i corpi di ogni soldato morto in guerra. Ma Giovanna non si dà vinta e fa bene. Antonio è ancora vivo, in un villaggio sperduto con la sua nuova famiglia. Ha dimenticato tutto, dopo essere sopravvissuto miracolosamente.

I primi piani di Giovanna/Sophia in questo viaggio sino all'incontro con il marito creduto morto valgono un ennesimo Oscar. Sophia parla poco ma ogni dettaglio del suo volto è poesia: occhi, labbra, naso, persino i capelli assumono un tono differente ad ogni sentimento misto gioia, dolore, tradimento, fallimento, ingenuità. 

Ma è un falso sentimento, perché la lezione di questo capolavoro del 1970 con la colonna sonora di Henry Mancini ci ricorda che, seppur con sofferenza, il viaggio è nella consapevolezza, nella scoperta , nel capire. E ci ripaga di tutto. La vita cambia, la vita delude ma non cambiano i nostri sogni anche se non sempre sono sogni a lieto fine.

Si ritrovano ancora Antonio e Giovanna, questa volta è lei ad avere una nuova famiglia.

-"La guerra è brutta. Non lo so perché è successo."

-"Non mi guardare così, sono invecchiata. Ed anche tu ti sei fatto vecchio."

Il per sempre può essere fatto anche di sguardi di attimi.

-"Grazie dei fior, e addio, per sempre addio... Senza rancor", si sente poco prima del finale in cui si ritroveranno per l'ultima volta, prevedendo così tutto il futuro delle loro vite.

Senza rancore.

Alessandro Paola Schiavi