LA FOTO DELLA LIBERAZIONE, 80 ANNI DOPO UNA FOTO CHE PARLA DI LIBERTA'

25.04.2024

Oggi vi racconterò una storia che a distanza di 80 anni dovrebbe farci riflettere molto sul significato di libertà e liberazione.

Nel 1944 Voghera subisce il più intenso e tragico bombardamento della storia. Feriti, morti, dispersi e soprattutto tante case completamente distrutte. Fra le vie più colpite vi era anche l'attuale via Felice Cavallotti che dalla Piazza Meardi porta a Pizza Cesare Battisti. Di questa strage ne fa riferimento anche lo scrittore Vogherese Daniele Salerno nel suo ''Bombe su Voghera - La strage degli innocenti'' edito da Guardamagna editore, senza conoscere però questa storia. 

Nel secondo caseggiato di Via Cavallotti entrando da Piazza Meardi vi era un caseggiato che ospitava fra le altre famiglie la coppia di giovani sposini Anita Trabatti e Serafino Montagna. Anita aveva avuto una figlia prima del matrimonio nata dalla sua storia con un carabiniere sardo in trasferimento per un breve periodo a Voghera, Francesco Piras, storia dalla quale nacque la loro unica figlia Franca Piras.

Franca, classe 1933, Vogherese, decise di vivere con i nonni materni la sua vita, nonni che abitavano nelle case operaie della SOMS, in via Dante. Anita e il nuovo marito invece si trasferirono in via Cavallotti. La loro caso fu bombardata e completamente distrutta nei bombardamenti del 1944 a poco più di un anno dalla liberazione. Non rimase più nulla. Furono sfollati e ospitati da un loro ricco zio, il Cavalier Cirillo Scovenna, che abitava in una lussuosa villa in Via Garibaldi.

Di quella casa bombardata, fi ritrovata intatta solo una fotografia, che ritraeva la piccola Franca all'età di 8 anni nel 1941 in occasione della sua prima Comunione. Quando anche Voghera fu liberata dagli orrori della guerra e dalle tragedie del nazifascismo, quella foto fu riprese dalla signora Anita e tramandata alla figlia Franca, oggi 90 enne, che ancora la custodisce gelosamente.

Sporca, ritagliata, annerita, l'immagine non ha subito modifiche ed è ancora lì, testimone delle complicazioni che una guerra può portare. Testimone più di un racconto, di un libro, di un film. 

Immaginate una casa completamente arredata, immaginata una palazzina come quelle odierne. Il nulla. Solo una foto 80 anni dopo è ancora superstite e testimone del fatto che possiamo avere convinzioni, ideali, opinioni differenti, ma la storia sarà sempre dietro di noi a raccontarci cosa è giusto e cosa e sbagliato, anche al giorno d'oggi dove le guerre sono protagoniste di massacri e orrori in tutto il mondo.

È il caso di ritrovare una fotografia per capire cosa è giusto o cosa è sbagliato?

Personalmente, trovo una foto simile capace di resistere al tempo e alle stragi il simbolo migliore della liberazione.

Liberi di essere testimoni di una storia che si può evitare di ripetere se solo tutti si soffermassero 5 minuti a guardare una foto di 80 anni fa. 

Alessandro Paola Schiavi