PINO D'ANGIO', MA CHE IDEA GENIALE RINASCERE!

13.02.2024

Quando il Festival di Sanremo finisce resta sempre qualche strano sentimento inspiegabile. Manca la leggerezza in cui sera dopo sera ci si diverte a fare commenti (spesso perfidi) sui cantanti, suoi look, sugli ospiti, sulle canzoni. 

Resta però quello che poi ha successo in radio, sui social decretando così il tormentone preferito. Ma, una delle cose più belle a Festival finito, è trovare il tempo per metabolizzare i momenti, le performance, gli ospiti, ed in quel momento forse si capisce realmente chi e cosa ha lasciato un segno. 

Nella serata della cover infatti , quest'anno è accaduto l'incredibile, ossia che un gruppo di giovani al loro primo Festival in gara (il loro debutto è del 2019, allo scorso Festival furono ospiti a loro volta nella serata delle cover), i Bnkr44, vogliano a tutti i costi esibirsi con Pino D'Angiò, riproponendo la cover di quel singolo rimasto iconico che è "Ma quale idea?" (1981) trasformandolo in "Ma che idea".

Accade in quell'istante qualcosa di magico, 5 giovani talentuosi ragazzi delle gen Z portano sul palco dell'Ariston (finalmente) colui che fu il primo a inventare il rap in una canzone, quel folle artista arrivato dalla Campania con l'aria furba e sexy, ma anche un po' menefreghista, che portò un nuovo genere musicale nel mondo, arrivando a vincere anche un Grammy e ad essere osannato da Billboard. 

Ma in Italia si sa, la retorica è di casa quindi, se non hai un ufficio stampa, se non paghi profumatamente addetti ai lavori per la giusta promozione, puoi vincere anche il Nobel senza che in troppi lo vengano a sapere, poi basta che degli estranei partecipino ad un reality per avere una effimera gloria da strapazzo. I media ormai sono così. Ma esiste un rovescio della medaglia che io da buon giornalista chiamo "la ruota gira".

Ed ecco che quando la vita ti mette alle strette, quando il tuo corpo cambia drasticamente e non ti resta che rimanere inerme al cambiamento repentino, quello che per altri potrebbe essere una tragedia o una nuova vita nella TV del dolore che gode nel vedere gli artisti malati, senza denaro o senza lavoro, diventa l'inizio di una nuova era.

Pino D'Angiò negli ultimi anni si ammala, dirada le sue apparizioni, perde l'aspetto del bello che tutto può senza però perdere il coraggio, l'ironia ed il talento, la voglia di vivere a 1000, ed forse è lì che la vita ti ripaga. Fra un intervento e l'altro, fra una malattia e una sola corda vocale rimasta, qualcuno nei club di tutta Italia torna a suonare "Ma quale idea?", forse per gioco forse per effetto Amarcord. È un delirio inaspettato, chiunque sopra i 10 anni torna a cantare quella canzone. I club chiamano Pino per le serate ed il pubblico è più gasato che ad un concerto di Sfera Ebbasta (vedere per credere basta andare su Tik Tok).Tutti cantano Pino, lui si mette in gioco, giacca e camicia, sigaro alla mano: "si dice così no?" diceva 40 anni fa. 

''E poi?" - continua la canzone. E poi i fan sono in delirio e cantano a squarciagola. Un trionfo. E lui ringrazia "non me lo aspettavo, siete unici, siete voi il mio ufficio stampa", dichiarazione che l'artista continua a fare dopo la prima data del tour a Milano iniziata circa tre anni fa dove erano attese 200 persone e ne arrivarono 700, in una discoteca. Stessa dichiarazione che mi confidò quando lo intervistai proprio a ridosso di una serata nei club in Oltrepò Pavese pochi mesi fa.

È così Pino, generoso, energico, solare, positivo. Se semini bene, le cose belle arrivano, la ruota gira come dicevo, ed eccolo finalmente sul palco che più merita, quello dell'Ariston, a riproporre la nuova versione di quel pezzo, passando in parte il testimone ai Bnkr44: "Balla!" esclama ad un punto della canzone, e lui balla, si muove, gioisce, se ne frega di tutto e di tutti. Pino D'Angiò, forse con qualche corda vocale in meno, è rimasto il ragazzo scatenato e ribelle di 40 anni fa, un'artista a cui non si può non voler bene, perché ci insegna ancora oggi che la vita è meravigliosa. Alla fine dell'intervista, Pino mi disse "sai alla fine noi artisti diciamo le solite cose", ma tu caro Pino, ogni volta che parli non dici le solite cose, trasmetti la vita, la vita che rinasce, la vita che è unica, non la solita cosa.

Ma che idea geniale hai avuto caro Pino, rinascere per darci una lezione di vita a tutti noi.

Alessandro Paola Schiavi

(Foto Rai)